
Il DAC come dovrebbe essere.
Un DAC senza funzionalità inutili o di dubbia utilità, semplicissimo da usare, ma che suona come non immaginate.
L’unico obbiettivo di un DAC è la restituzione fedele del segnale digitale che riceve, convertito in analogico, non dichiarare decine di funzionalità per fare impressione.
Impressione la deve fare, ma all’ascolto.
La filosofia di tutta la produzione di MicroSound Technology è perfettamente rappresentata finalmente nella sorgente più utilizzata, il DAC.
Il CDA1 riesce a fornire una gamma bassa solida come roccia, abbinata ad una gamma medio alta ricca di dettagli, di texture e di chiarezza, pur non restando mai affaticante per l’ascolto.
Questo prodotto esprime al meglio la filosofia dei prodotti MicroSound che sono basati sulla ricerca della massima trasparenza e fedeltà del segnale originale, senza aggiungere o togliere nulla al suono stesso.
Questo DAC riesce nell’intento di permettere l’ascolto di dettagli e di ricostruire la scena sonora che diffcilmente sono resi da converitori D/A anche di costo molto superiore, senza levare il piacere e la facilità dell’ascolto.
L’importanze della sorgente è notevole : nessuna catena di elettronica collegata a valle potrà migliorare il suono della sorgente migliorando il dettaglio, la chiarezza e la scena sonora.
E’ necessario dotarsi di una sorgente di alta qualità che possa restare immutata negli anni.
Realizzato in un contenitore in alluminio ed acciaio con pannello anteriore da 1 cm di spessore.
Alimentazione completamente lineare a due livelli di stabilizzazione in serie.
Materiali impiegati di altissima qualità.
Basato sul Burr Brown PCM1792A, lo stato dell’arte di Burr Brown nel mondo dei convertitori D/A.
Tutti i condensatori elettrolitici sono ai polimeri e tantalio ai polimeri, eccettuati 4 nell’alimentatore, dove vengono impiegati Cornell Dubilier e Panasonic FR.
Regolatori lineari LDO a bassissimo rumore di Analog Devices, 2 x LT3042 e LT3093.
Oscillatore TCXO da -135dBc di phase jitter e ±2.5 ppm di stabilità in frequenza.
Conversione I/V realizzata con :
– resistori MELF di Vishay in film sottile, allo 0,1% di tolleranza e 15ppm° di stabilità in temperatura
– condensatori al solfuro di polifenilene saldati a mano per un minore shock termico
– amplificatori operazionali Burr Brown audio top di gamma
Circuito stampato a 4 strati con piani di massa separati.
Funzione di mute all’accensione e spegnimento.
Funzione di stand/by da tasto anteriore e da telecomando.
Caratteristiche :
Ingressi : RCA SPDIF con isolamento galvanico ed ottico TosLink, commutabili manualmente da pannello anteriore (senza USB vedi nota a piè pagina 1 ).
Uscite : RCA Left e Right, XLR Left e Right.
Distorsione Armonica Totale THD a 1 kHz 0 dBV out : 0,0007% SNR > 100 dB
Distorsione Armonica Totale THD a 1 kHz -60 dBV out : 0,021%
Conversione D/A a 24 bit e 192 kHz massimi ( vedi nota a piè pagina 2 ).
Le caratteristiche possono variare senza preavviso.
Prezzo di listino 1.899€ al pubblico IVA inclusa
Si suggerisce il pilotaggio con un convertitore USB > SPDIF di alta qualità.
Per esempio un SMSL PO100 Pro o migliore.



- Perchè senza interfaccia USB?
L’interfaccia USB è una circuitazione accessoria in un DAC, è cioè relativa alle conversioni di formato che possono essere mandate ad un DAC.
E’ legata a vari formati e conversioni che possono cambiare nel tempo, richiedendo eventuali aggiornamenti firmware.
Mentre un DAC con ingresso SPDIF resta identico e sempre utilizzabile.
Sono diffuse ormai da molti anni interfacce esterne USB > SPDIF per ogni livello di prestazioni richieste, riteniamo che sia meglio lasciare all’utilizzatore la scelta dell’interfaccia e la sua eventuale sostituzione nel tempo, se necessaria.
Il nostro dac CDA1 vuole essere un apparecchio realmente definitivo.
Più sopra consigliamo una interfaccia da 70€ circa che assolve il compito egregiamente, avere una interfaccia con quelle prestazioni solo 5 anni fa sarebbe stato impensabile a quei costi.
Per il medesimo motivo non sono presenti altre interfacce es BlueTooth ed altro.
La moda di inserire nei DAC svariate interfacce e decodifiche di molti formati digitali ha lo scopo di giustificare un maggior costo del DAC stesso riempiendolo di elettronica varia.
↩︎ - Perchè “soli” 24 bit di risoluzione?
24 bit di risoluzione sono ancora oltre le possibilità tecniche dell’elettronica attuale, e se anche l’elettronica attuale superasse i limiti del rumore termico, il nostro orecchio non potrebbe comunque apprezzare le variazioni.
Da qui si intuisce l’inutilità di un DAC a 32 bit che poi nei fatti ne risolve circa una ventina nella migliore ipotesi.
Un DAC a 24 bit richiederebbe un SNR di 146 dB per poter offrire la completezza della risoluzione, appunto oltre le possibilità attuali dell’elettronica consumer e dell’udito umano.
Un DAC a 32 bit richiederebbe 194 dB di SNR, un valore senza senso, oltre le possibilità attuali e future dell’elettronica, senza alcun collegamento con le necessità dell’ascolto audio e le possibilità umane.
Non va confusa la capacità di calcolo a 32 bit interna a molti processori audio, con la possibilità di un convertitore DAC di risolvere 32 bit. Se da un lato hanno senso dei calcoli a 32 bit, dall’altro non ha un senso l’idea di trasferirli su un DAC.
Leggere la pagina di Wikipedia sui bit di profondità e dei relativi SNR necessari.
Inoltre questa pagina di Wikipedia spiega il concetto dei bit equivalenti di un sistema DAC o dell’elettronica ad esso correlata. In altre parole non si può apprezzare un DAC a 24 bit con 120 dB di SNR se poi il sistema di amplificazione ha un rapporto SNR di 70 dB. Il rumore di fondo generato dalla successiva elettronica andrà a coprire i dettagli della sorgente, riducendo il numero dei bit disponibili a quelli ENOB
↩︎